L'UOMO SENZA PAURA

 

N° 41

 

LA BILANCIA DELLA GIUSTIZIA

 

(PARTE QUINTA)

 

 

 GIUSTIZIA NEGATA

 

Di Carlo Monni

 

1.

 

 

            Il Giudice Capo della Corte Federale del Distretto Sud dello Stato di New York, l’Onorevole Robert Chalmers, scuote la testa. Quando erano venuti ad offrirgli la nomina, avrebbe dovuto saperlo che sarebbe stato meglio godersi i vantaggi della pensione, invece che accettare e ritornare a fare il Giudice. Ripensandoci, un fattore decisivo nel fargli dire di si era stato sicuramente il suo desiderio di espiare il ruolo che aveva avuto nello scatenare il pericolo delle Sentinelle su un mondo ignaro.[1] Da allora era divenuto uno dei pochi a parlare apertamente in favore dei mutanti e per questo era stato anche oggetto di pesanti ritorsioni, come, ad esempio, l’incendio della sua casa, ma lo ha sempre considerato un prezzo adeguato da pagare per espiare le colpe che sentiva di avere. Naturalmente, essere Giudice Capo a New York ha le sue controindicazioni, ad esempio: tutti i vari casi che nascono dalla più alta concentrazione di superesseri in tutto il pianeta. L’ultimo e forse il più eclatante riguarda una richiesta di risarcimento nei confronti nientemeno che del Governo Federale per violazione dei diritti civili per aver sponsorizzato e sostenuto finanziariamente e  logisticamente un’operazione di detenzione illegale e forse anche eliminazione di mutanti solo per la colpa di essere tali. Secondo le stime di Chalmers, i mutanti che hanno aderito all’azione di gruppo sono più di una ventina e chiedono un milione di dollari ciascuno e praticamente tutti lamentano di essere stati sottoposti a torture fisiche o psicologiche. Davvero un bel pasticcio… che, naturalmente, ricade sulle sue spalle.

-Non può farmi questo.- esclama la giovane donna bruna e  con gli occhiali, seduta davanti a lui –Io… io non sono pronta.-

-Io credo che, invece lei lo sia Giudice Banks… Sharon.- replica, quieto, Chalmers –Ha già avuto le sue esperienze con i supereroi e supercriminali. A suo tempo ho ammirato il modo in cui si è comportata quando le affidarono la difesa di Eugene Thompson, accusato di essere Hobgoblin.-[2]

-Quello fu un caso speciale.-

-Ascolti… me ne occuperei io, se potessi, ma, tra le altre cose, sono conosciuto come un sostenitore dei diritti dei mutanti e se lo presiedessi, mi esporrei ad accuse di parzialità e rischierei di invalidare il processo. A parte il fatto che, lo confesso, dopo il processo a Hulk[3] non me la sentirei di sottopormi ad altri impegni così pressanti…. E naturalmente io sono il Giudice Capo ed ho appena deciso di respingere il suo reclamo.- Chalmers si appoggia allo schienale della poltrona e sorride sornione –Coraggio Giudice Banks, sono certo che ce la farà.-

-Già, come no.- borbotta Sharon Banks alzandosi e lasciando la stanza.

            Anche questa è fatta, pensa Chalmers, ora se solo tutto filasse liscio.

 

            Un attico in un palazzo nei pressi di Central Park. L’uomo dai capelli biondi tagliati corti alla maniera dei Marines indugia sulla porta finestra della terrazza. Molti penserebbero che stia osservando la giovane donna che sta prendendo il sole nuda su un lettino, ma in realtà l’uomo che qualche volta risponde al nome di Benjamin Poindexter, ma più spesso a quello di Bullseye, il più letale dei killer a pagamento, sta guardando un’abitazione in un palazzo vicino.

            Sarebbe facile, pensa, da qui potrei uccidere la Vedova Nera in almeno dieci modi diversi senza che lei se ne accorgesse ed il mio caro vecchio amico Devil dovrebbe piangere la perdita di un’altra delle sue donne. Mi brucerei questo rifugio sicuro, però. Nessuno ha mai pensato che potessi nascondermi proprio in bella vista nel centro di Manhattan e perché mai dovrebbero? Il rifugio perfetto: una bella casa, una bella donna, i miei incarichi ben pagati… e presto o tardi un nuovo scontro con te, mio vecchio nemico, e chissà che stavolta…

 

            Come tutti i paesi del mondo o quasi, anche il piccolo stato africano di Wakanda mantiene due sedi diplomatiche nella città di New York, anche se tecnicamente una sola è accreditata presso gli Stati Uniti. Queste sedi sono: il Consolato Generale e la Missione presso l’O.N.U. Quello davanti a cui mi trovo è il primo.  Superare il cancello ed i vari sistemi di sicurezza è un giochetto da ragazzi per uno con i miei peculiari talenti, come lo è trovare la finestra giusta da cui entrare per raggiungere il luogo che cerco: una sala dove colui che sto cercando sta parlando con altre due persone: Una è un uomo alto e robusto, di età indefinibile, ma molto vigoroso. Per quanto possa sembrare strano gli odori che percepisco indicano che indossa una pelle di leone. Non l’ho mai incontrato prima, ma ho sentito molto parlare di lui: è uno dei più ascoltati consiglieri del mio anfitrione, si chiama Zuri. L’altra persona è una donna, una bella donna probabilmente; anche di lei conosco il nome: si chiama Monica Lynne ed è… beh solo lei e l’amico che sono venuto a trovare potrebbero dire qual è esattamente il loro rapporto e, conoscendolo, chissà se T’Challa, la Pantera Nera, Re di Wakanda, me lo direbbe? Ne dubito.

Spingo la porta, aprendola,  ho appena fatto qualche passo che, che, prima ancora che possa dire qualcosa,  la massa enorme di Zuri mi piomba addosso.

-Mio re... un attacco!- esclama -Sistemerò io l’intruso.-

            Da quel poco che so di lui, Zuri è un impulsivo e non mi darebbe ascolto se tentassi di parlargli. L’unica cosa da fare è batterlo. Mi sbarazzo di lui ed attendo che si rimetta in piedi. Torna alla carica come un toro infuriato, ma io lo evito facilmente. Ancora tenta di colpirmi ed ancora lo evito, rimanendo sempre sulla difensiva.

-Maledetto!- urla Zuri –Sta fermo un solo momento e ti spezzo in due.-

            Capacissimo di farlo, il bestione, ma io non ho intenzione di lasciarglielo fare. Continuo a scattare, evitando o parando i suoi colpi. La cosa potrebbe andare avanti finché uno di noi non si stanca, ma, ecco risuonare la voce di T’Challa:       

-Fermati, Zuri! Devil è un amico.-

            Il gigante si blocca ed a questo punto io dico:

-Potevi anche dirglielo prima o la cosa ti divertiva troppo?-

-Forse si.- è la risposta della Pantera Nera e sento la sua risatina sommessa –Sei riuscito ad entrare qui nonostante tutti i congegni di sicurezza? Ad Omoro verrà un infarto quando lo saprà. Certo tu non sei un intruso ordinario.-

-È questo che sarei? Un intruso?- ribatto.

-No di certo. Tu qui dentro sei sempre il benvenuto: sei un ospite… e soprattutto un amico.-

            Mi tende la mano ed io la stringo.

-Zuri…- dice T’Challa rivolto al gigante –Devil è un mio grande amico e chi fa del male a lui fa del male anche a me, hai capito?-

            Zuri mi abbraccia  e mi solleva.

-Gli amici di T’Challa sono amici miei uomo rosso. Da oggi tu godi della protezione di Zuri.-

            Gran bella cosa, sempre che riesca ad evitare di farmi spezzare qualche costola dalla rude espansività del vecchio wakandano.

 

 

2.

 

 

            Il suo nome è Simon Bixby ed è un agente della C.I.A. e quella in cui è impegnato è un’attività illegale sotto ogni punto di vista.  Non che la cosa lo turbi solo per quello: sono già alcuni anni che si diletta in attività che sono perlopiù, fortunatamente, ignote ai suoi superiori. Durante questo periodo ha trafficato con soggetti d’ogni tipo: servizi segreti di mezzo mondo più o meno deviati; organizzazioni sovversive molto particolari come Hydra, A.I.M, lo Stato; altre più tradizionali come l’I.R.A., l’E,T.A. e varie sigle del terrorismo mediorientale, per finire con settori del crimine organizzato, il tutto per motivi che ormai ha quasi dimenticato. Se fosse solo l’illegalità dell’atto o la sua immoralità in questione, Bixby non batterebbe ciglio, ma non è solo questo: il vero problema è l’essere che sembra un uomo, ma non lo è. Si definisce un protettore dell’umanità, ma il suo concetto di protezione è lo sterminio di tutti coloro che non si conformano alla sua definizione di umanità: i mutanti Un’operazione di pulizia genetica, chiamiamola così,  Ormai è chiaro a Bixby che Bastion non risponderà a nessuno se non a se stesso e che intende perseguire la sua direttiva primaria a qualunque costo. Risvegliarlo è stato un errore, ma fermarlo sembra impossibile, a meno che…

            Non ha scelta, pensa Bixby, deve chiamare la sua ultima risorsa.

 

            Blake Tower si guarda intorno ed ancora una volta si chiede: perché proprio io? Dopo essere stato sconfitto da Connie Ferrari all’ultima elezione per la carica di Procuratore Distrettuale di Manhattan era persuaso che la sua carriera pubblica fosse finita in stallo, poi ecco che, sorprendentemente lo avevano ripescato dal limbo per affidargli un incarico di Pubblico Ministero Speciale prima nella causa degli Stati Uniti contro l’Incredibile Hulk[4] e poi come guida dell’inchiesta indipendente sugli abusi dell’Operazione Zero Tolerance, la bandiera d’imparzialità di un’Amministrazione per cui non ha nemmeno votato. Dal momento che ha accettato, però, sa che non ha altra scelta che fare il suo dovere sino in fondo senza guardare in faccia a nessuno.  I primi mandati di comparizione per testimoni, e possibili imputati, eccellenti sono già partiti: non resta che aspettare e vedere l’effetto dello scoppio della metaforica bomba.

 

            Robert Edward Kelly, senatore di uno stato del New England si è sempre considerato un liberale, ma ultimamente ha avuto molto tempo per riconsiderare la sua vita  e le sue scelte e non sa più se sarebbe stato giusto definirsi così per un considerevole periodo della sua vita politica. Per molto tempo è stato un fiero assertore del controllo governativo sui mutanti e tanto peggio se questo andava a scapito dei loro diritti civili, la sicurezza della gente era più importante. Col tempo Kelly ha capito che dall’albero dell’odio e dell’intolleranza germogliano solo cattivi frutti ed è diventato un difensore dei diritti dei mutanti. Una delle cose che l’hanno spinto alla conversione è stato il trovarsi di fronte alle sue idee concretizzate nella forma di Operazione Zero Tolerance e del suo creatore, Bastion. Non importa però quali  sforzi tu faccia, i tuoi peccati passati tornano sempre a tormentarti. In questo momento Kelly è prigioniero nella sua stessa casa, prigioniero di una donna che ha assunto il suo stesso aspetto: la mutaforma Copycat. Perché l’ha fatto?

            Come se avesse sentito i suoi pensieri, Copycat gli si rivolge:

-Tranquillo senatore, finirà presto e che tu lo creda o no, è per il tuo bene.-

-Che intendi dire?- chiede Kelly.

-C’è gente che ti vuole morto, Kelly ed altra che ti vuole vivo e noi siamo tra quelli.-

-Noi? Chi altro lavora con te? No, aspetta… non con te…. tu lavori per qualcuno, giusto? Ma chi?-

-Tu potresti chiamarlo un vecchio amico.-

-Xavier? No… non sarebbe da lui usare certi metodi.-

            Copycat sorride.

-Sei un tipo sveglio, senatore, ma ora scusami, devo prendere il tuo posto ad un ricevimento ufficiale, tu hai uno smoking, giusto?-

 

 

3.

 

 

            Il mio problema è che, contrariamente a quanto potreste pensare, io non mi trovo esattamente a mio agio in queste situazioni: datemi una bella aula di tribunale o magari un bel supercriminale ed in entrambe le mie vite mi troverete pronto all’azione, ma mettetemi in smoking in mezzo ad una folla di gente che quando ero bambino difficilmente mi avrebbe degnato di uno sguardo e potrei farmi prendere dal panico.

-Resisti, Matt.- mi dice Deborah Harris –Vedrai che ti divertirai.

-Lo immagino.- rispondo –Più o meno come una vergine ad un congresso di maniaci sessuali.-

-Matt!- esclama Debbie e colgo nella sua voce un chiaro accento di divertimento –Vorrei sapere dove li prendi certi paragoni.-

-Lo sai che questi party non sono esattamente il mio genere. Forse invecchiando divento sempre più misantropo. Per te è diverso: tu ci sei cresciuta in mezzo ai party, che fossero aziendali o politici.-

-Non tanto quanto credi. È vero che questo è il mio ambiente più di quanto non sia il tuo, ma arriva un momento nella vita in cui capisci di aver sprecato i tuoi anni migliori a non combinare nulla di buono ed è per questo che decidi che è ora, finalmente di cambiare qualcosa… o almeno di provarci.-

            So a cosa sta alludendo Debbie: è una cosa di cui abbiamo scelto di non parlare per ora, ma entrambi sappiamo che sta mettendo a rischio la sua vita per quello che sta facendo e vorrei poterle dire che sono orgoglioso della sua scelta… ed anche un pò spaventato, ma forse è meglio tacere, almeno per ora.

            A giudicare da quello che raccolgono i miei sensi ipersviluppati, Warren Worthington non ha badato a spese quando ha deciso di dare questo ricevimento come pubblico sostegno alla causa della verità su Zero Tolerance. Tutti i media oggi parlavano dell’inchiesta parlamentare e di quella penale promossa da un Pubblico Ministero indipendente. Abbiamo smosso le acque ed era quello che volevamo, dopotutto: che i responsabili pagassero e chissà che questo non serva da insegnamento per altre faccende.

C’imbattiamo nel mio ex socio ed ora Procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Sud dello Stato di New York, Franklin "Foggy" Nelson assieme alla sua fidanzata Liz Osborn. Potrebbe essere un momento imbarazzante, visto che Debbie e Foggy sono stati sposati anni fa, ma loro due riescono a superarlo.

-Come va Matt?- mi chiede Foggy –Sei pronto per il Giudizio sommario?-

-Sono sempre pronto, dovresti saperlo Foggy.- rispondo sorridendo.

-Uh, certo. Beh, Matt, tu sai che io sono dalla vostra parte, ma il mio ruolo non…-

-Tranquillo Foggy so bene come stanno le cose.-

            In quel momento, i miei due colleghi Jeryn Hogarth ed Emerson Bale si avvicinano a noi due

-Mr. Nelson… Matt, vi state divertendo?- mi chiede Hogart.

-Siamo appena arrivati Jeryn.- rispondo cortesemente.

-Uh, capisco. Volete una tartina? Sono deliziose.-

Veramente sarei a dieta.- dice Foggy –Beh, magari… una….-

Non vi dispiace presentarci le vostre belle accompagnatrici, spero. Chiede ancora Hogart.

            Mentre le presentazioni vengono fatte mi distraggo. Non so come definirlo, ma i miei sensi percepiscono qualcosa di strano nell’aria, una sensazione a cui non so dare un nome.

-Matt…-la voce di Emerson Bale mi riporta alla realtà -… vorrei presentarti una persona speciale…. Il professor Charles Xavier.-

            I miei sensi mi rimandano l’immagine di un uomo su una sedia a rotelle circondato da altre tre persone : due uomini ed una donna.

-Io e l’avvocato Murdock ci conosciamo.- interviene Xavier porgendomi la mano –Anni fa mi sono servito del suo studio per una faccenda privata, anche se, a dir la verità ho trattato con il suo socio, Franklin Nelson.-[5]

-Si, mi ricordo.- rispondo.

            Xavier mi presenta gli altri:

-Sono alcuni dei miei preziosi collaboratori, molto preziosi. Scott Summers…-

            Un giovanotto un po’ più giovane di me. Indossa degli strani occhiali dalle lenti molto spesse e di un materiale strano  e dietro le lenti sento energia ribollente e costante che preme. Solo le lenti riescono a contenerla. In quel momento capisco chi ho di fronte: Ciclope, il leader degli X-Men.

-… sua moglie Jean….-

            Una giovane donna. C’è qualcosa in lei che quasi soffoca i miei sensi, come se quello della donna fosse solo l’involucro che racchiude un’energia incontenibile più forte di quella del marito e  se lui e Ciclope, allora lei deve essere…

-… e questo è…-

-Logan, solo Logan.-

            Quella voce, l’odore, il battito cardiaco: Wolverine, non ci sono dubbi. E di certo lui mi ha riconosciuto come Devil. Proprio come per me, una maschera non significa nulla per uno come lui, abituato a contare non solo sulla vista, ma su sensi superumani per riconoscere una persona.

            Spero di aver mantenuto una maschera d’indifferenza. Sento la forza del suo sguardo, ma lui non dice niente.

            È il professor Xavier a rompere il silenzio creatosi per quei brevi attimi.

-Ho sentito dire che la vostra causa sta procedendo bene. Vi auguro buona fortuna.-.

-Saremo in aula la prossima settimana.- rispondo –Penso che non avremo grosse sorprese.-

            Sento Logan, Wolverine, irrigidirsi come se avesse sentito qualcosa di strano. Si sta guardando intorno. I miei sensi non mi dicono nulla, non sono assolutamente in grado di capire cosa ha attirato la sua attenzione e la cosa è frustrante. C’è qualche pericolo in giro per cui ci può essere bisogno di Devil?

 

            Copycat, nei panni di Robert Kelly, sospira: che diavolo ci fa Wolverine a questa dannata festa? Perché non se ne sta in qualche dannato bosco a seguire le tracce di un cervo? Lui è uno dei pochi di cui ha davvero paura. È capace di vedere oltre le apparenze e riconoscerla. Quando impersona qualcuno lei può essere capace di farla in barba anche ai telepati, almeno per un pò, ma di fronte al fiuto di Wolverine, e non intende solo in senso metaforico, chi può dire se non sarebbe scoperta? Deve andarsene alla svelta, tanto il suo dovere l’ha fatto: si è esposta abbastanza. Magari un giorno o l’altro capirà perché Shaw ci tiene tanto alla vita di Kelly e magari anche perché si è fatta convincere a rischiare così il collo, la ricompensa vale la candela?

            Ci sta ripensando anche più tardi, mentre la limousine la riporta alla residenza di Kelly a New York. L’auto si ferma e l’autista apre lo sportello, lei scende ed è allora che ode quella voce:

<<Senatore Kelly…>>

            E basta a ghiacciarle il sangue nelle vene.

 

            Se Vanessa Carlisle fosse davvero Robert Kelly, quella voce metallica avrebbe fatto di più che spaventarla, avrebbe rievocato memorie di una giovane donna uccisa in una battaglia tra un amalgama della Sentinella Primaria Master Mold con la Sentinella definitiva Nimrod e gli X-Men, una donna che altri non era che la giovane moglie di Robert Kelly.[6] Ma quello che sembra Robert Kelly non lo è e può solo cercare di parlare con la gola stretta da un improvviso nodo:

-… Ba… Bastion?-

<<Sono proprio io, senatore e sono qui per parlare del tuo tradimento verso la razza a cui appartieni.>>

            NO! Urla silenziosamente Copycat, non lui, non posso affrontare lui, sono spacciata.

-Non capisco cosa vuoi dire Bastion.- dice la ragazza sotto mentite spoglie, cercando i prendere tempo.

<<Hai tradito Zero Tolerance, mi hai consegnato ai miei nemici. Hai tradito la razza umana, ti basta come spiegazione?>> replica l’altro.

Shaw se era questo che ti aspettavi che succedesse vedi di intervenire adesso, prega silenziosamente Copycat.

E forse non è esattamente la risposta alle sue preghiere, ma un’altra voce risuona nella notte:

-Dai retta alla signora, amico. A quanto pare non gradisce la tua compagnia.-

 

 

4.

 

 

.Ci sono dei momenti in cui seguire il proprio istinto paga. Wolverine o Logan, qualunque sia il suo nome, aveva sentito qualcosa al ricevimento ed io non ero assolutamente in grado di capire cosa. Non parlava più, i suoi sensi erano all’erta cercando di capire cosa l’avesse turbato. Quasi senza rendermene conto avevo esteso i miei sensi al massimo, cercando di captare qualcosa, un suono, un odore, qualunque cosa… e l’avevo trovato: una parola appena sussurrata a mezza voce: “Wolverine”. Colui o colei che l’aveva pronunciata, la voce sembrava maschile  e femminile al tempo stesso, si stava avviando all’uscita. Ci misi una frazione di secondo per decidere, mormorai delle rapide scuse a Debbie e mi diressi alla svelta verso un luogo dove sbarazzarmi dei miei abiti ed indossare un costume rosso.

-Problemi, Matt?- a parlare era stato T’Challa.

-Non ho tempo adesso.- gli risposi –Ho una persona da seguire.-

            Lui girò la testa appena di una frazione.

-Vai.- mi disse.

            Il resto fu solo questione di secondi e fui su un cornicione del palazzo, appena in tempo per sentire la mia preda salire su un’elegante limousine e dare un indirizzo. Seguirla è stata la parte più facile, ma qualcosa mi dice che il peggio sta per arrivare.

            Quello che fronteggia la persona che seguivo, qualunque cosa sia, non è umano. Metallo e plastica mescolati con una qualche forma di materiale biologico. Un generatore interno molto potente, forse atomico o forse una fonte d’energia ancora ignota. Una specie di sofisticato androide? Non importa cos’è: se la sua intenzione è uccidere, non posso lasciarglielo fare. Salto in mezzo a loro esclamando:

-Dai retta alla signora, amico. A quanto pare, non gradisce la tua compagnia.-

            Ok, sono stato abbastanza spavaldo, ma ora come me la cavo?

 

 

            T’Challa, figlio di T’Chaka, Sovrano di Wakanda, Pantera Nera, osserva il suo amico Matt Murdock correre fuori dalla sala. Se va così di fretta, deve avere le sue buone ragioni e lui non è abituato a lasciare soli gli amici. T’Challa ha riconosciuto l’uomo che Matt sta inseguendo: il senatore Kelly, l’uomo che ha promosso la Commissione d’Inchiesta su Zero Tolerance. Forse vale la pena seguirli entrambi.

            T’Challa si rivolge alla sua compagna:

-Scusami, Monica, ma devo occuparmi di una cosa.-

-Se ci riesci, cerca di non farti ammazzare.-replica Monica Lynne.

-Certo, devo tornare da te. Non ho intenzione di perderti ancora, dopo che finalmente ti ho ritrovato dopo tanto tempo.-

            Monica sospira. T’Challa non è esattamente il migliore degli umoristi e non si sa mai se scherza o fa sul serio quando dice certe cose.

            Mentre esce dal salone, T’Challa ha già cominciato a spogliarsi e pochi attimi dopo l’agile figura della Pantera Nera scivola tra le tenebre sulla pista di Devil e del senatore Kelly.

            Quando li raggiunge, Devil sta fronteggiando un uomo che la Pantera riconosce immediatamente come Bastion, colui che era a capo dell’Operazione Zero Tolerance. Aveva letto i files su di lui, ma che dicevano? Ma certo, che in realtà era…

 

            Una cosa è certa: non imparerò mai a farmi i fatti miei. Se avessi del buon senso, sarei rimasto alla festa con Jeanie e Chuck, invece di correre dietro a Kelly o chiunque sia. Se avessi del buon senso, avrei anche avvertito i miei compagni di quello che stavo facendo, invece di fare il lupo solitario. Se avessi del buon senso, del resto, non farei parte di una squadra che cerca di aiutare un mondo che li odia e li teme. Già avete capito benissimo: sono uno degli X-Men. E non un X-Man qualunque: il mio nome è Wolverine e, tanto per coniare una frase, sono il migliore in quel che faccio, ma quel che faccio non è sempre piacevole. In questo momento, ad esempio, le cose potrebbero essere spiacevoli proprio per me, perché l’avversario che stanno fronteggiando Devil e la Pantera Nera è pericolosissimo e praticamente inarrestabile ed invincibile. Si fa chiamare Bastion, ma io so chi è in realtà e dovrei farmi visitare il cervello per quello che sto per fare. Smetto di pensare e salto proprio addosso a Bastion. Mi basterebbe un colpo ben assestato e forse...

<<Tu!>>  nella voce di Bastion non c’è emozione, mentre dai suoi occhi parte un raggio d’immenso calore. Ho solo il tempo di urlare prima di cadere con ustioni di terzo grado nel 90% del corpo. Nulla che un buon fattore rigenerante non possa curare, s’intende, costume a parte, ma fa un male cane.

<<Ora tocca a voi.>> è il solo commento di Bastion mentre si volta verso la Pantera Nera e Devil.

      Si mette male ragazzi.

 

 

5.

 

 

            Quello che hanno chiamato Bastion si volta verso di me e dice con voce metallica:

<<Tu sei Devil. Non impicciarti di questa faccenda o sarò costretto a terminarti.>>

-Non mi sembra un linguaggio molto amichevole… del resto tu eri quello che voleva uccidere quella donna.-

<<Continui a riferirti al senatore Kelly come se fosse una donna e questo non lo capisco, ma non importa: sia tu che lui siete degli ostacoli sulla via del mio progetto e dovete essere rimossi.>>

            Ho sempre adorato i criminali che prima di ammazzarti perdono tempo a spiegarti perché per il loro grandioso piano la tua morte è necessaria. Di solito ti lasciano il tempo di trovare il loro punto debole e batterli. Spero che questo Bastion abbia dei punti deboli, perché apparentemente non ne trovo. Avanza verso di me e gli lancio contro il mio bastone, che gli rimbalza sul petto senza neanche farlo barcollare. Con una mossa rapidissima lo afferra e lo esamina rapidamente:

<<Arma interessante. In qualche modo sei riuscito a costruirla così che, dopo essere stata lanciata, torni indietro nelle tue mani. Impressionante… e inutile.>>

                Con noncuranza spezza in due il bastone. Deve pensare che me li fabbrichino in serie, accidenti. Ora alza la mano e mi mostra il palmo. Sento un improvviso crepitare d’energia, quando ecco che dal buio salta fuori una figura agile come un gatto… o forse è più esatto dire una Pantera, e sbilancia Bastion per un attimo. Solo per un attimo, però, perché Bastion si sbarazza di lui con facilità, ma il felino della Jungla atterra con eleganza sui piedi proprio accanto a me.

-Se non sbaglio, direi che ti serve una mano.- mi dice T’Challa.

-Uhm, forse mi serve un intero esercito.- rispondo –Comunque grazie per essere qui, ci contavo un pò, a dire il vero. ATTENTO!-

            Dalle dita di Bastion è uscito un raggio che ci manca solo grazie ai nostri riflessi ed alla nostra velocità, ma lascia un foro nel terreno.

-C’è mancato poco.- commento.

            Bastion sta per lanciarci un altro attacco, quando qualcosa gli piomba addosso, un uomo, per la precisione: Wolverine.

            Bastion gli spara una scarica oculare e lo riduce ad un mucchio di carne bruciata. Si riprenderà, lo so, ma è lo stesso impressionante.

-Ma chi o cos’è quest’arsenale ambulante?- chiedo, più che altro retoricamente.

-A quanto ne so…- risponde la Pantera Nera –Lui è…-

            S’interrompe per evitare un altro assalto ed in quel momento una voce roca alle mie spalle dice:

-Diglielo… chi… sei... stupido ammasso di metallo…-

 

Ora sono in piedi. Ogni movimento mi costa dolore, mentre la carne bruciata guarisce a vista d’occhio e le ustioni spariscono, a giudicare dall’espressione di Devil devo essere uno spettacolo impressionante, ma forse non ci fa caso, dopotutto, come ho appena scoperto, è cieco. Di nuovo parlo con sempre meno fatica.

-Digli chi sei…- incalzo -… Nimrod.-

      La massa di Bastion muta: diventa più massiccio e più alto di almeno un metro e mezzo, il suo aspetto cessa d’essere umano ed i suoi colori diventano cremisi e blu. La sua voce è sempre più metallica mentre risponde:

<<Prima Sentinella Classe Nimrod. Obiettivo: distruzione dei mutanti in tutto il pianeta.>>

                Lo dicevo io che non sarebbe stata una bella giornata.

 

      Le cose erano già spiacevoli prima, ma adesso che fronteggio un robot ultrapotente di tre metri e mezzo armato pesantemente e deciso  a distruggere qualunque ostacolo sul suo cammino, direi che non potrebbero andare peggio.

-Ok, ti chiami Nimrod…- dico -… ma esattamente cosa saresti?-

-Tanto per darti la versione in breve, Devil…- interviene Wolverine -... è un robot inarrestabile giunto dal futuro per impedire che il verificarsi di quel futuro in cui i robot suoi pari sono i padroni del mondo sia bloccato qui nel presente.-

-Cosa?-  esclamo –Mi stai dicendo che stiamo combattendo contro il Governatore della California?-[7]

            La mia battuta non fa ridere nessuno e non mi aspettavo niente di diverso.

-Un momento.- interviene T’Challa –Se davvero sei un modello di Sentinella, Nimrod, tu non puoi farci del male. Né io, né Devil, né Kelly siamo mutanti e la tua prima direttiva ti proibisce di fare del male ai non mutanti.-

<<La mia direttiva è mutata.>> risponde, freddo, Nimrod <<Se è necessario al raggiungimento dello scopo anche le vite degli umani che si oppongono allo scopo finale possono essere eliminate… voi morirete.>>

      Ok, siamo in tre contro un’inarrestabile macchina  di morte. Perché mai i Vendicatori, i Fantastici Quattro e gli X-Men non ci sono mai quando avresti davvero bisogno di loro?

            Beh se tocca a noi fermare questo aspirante genocida, temo che dovremo trovare un modo alla svelta o non so se di noi resterà abbastanza che valga la pena di essere seppellito.

 

 

FINE PARTE QUINTA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Ok, eccoci arrivati alla fine della quinta parte e le cose cominciano a farsi davvero incandescenti per Devil, ma veniamo alle note:

1)       Sharon Banks è una giovane avvocatessa che fu nominata difensore d’ufficio di Flash Thompson quando questi fu accusato di essere Hobgoblin (vedi riferimenti nelle note a piè di pagina). Oggi la ritroviamo come giudice federale incaricato del caso Zero Tolerance.

2)       Ritroviamo Blake Tower su queste pagine direttamente da Hulk #12 per scoprire che il suo incarico di Pubblico Ministero indipendente continua con l’inchiesta Zero Tolerance.

3)       Ospiti speciali di questa puntata Charles Xavier, alias il Professor X, mentore degli X-Men, Scott Summers, alias Ciclope, Jean Grey-Summers, alias Fenice e naturalmente Logan, alias Wolverine. Reduci dagli eventi di X-Men #16, i nostri si sono presi una pausa di breve durata. La loro apparizione ha soprattutto lo scopo di ricordare a voi lettori che il mondo marvel è un tutt’uno e che mutanti e non mutanti possono incontrarsi di frequente.

4)       No, non temete, non ho ceduto alla Wolverine mania che impazza fuori da MarvelIt è solo che…come potevo tenerlo lontano da questo pasticcio? Ok lo so: bastava non farlo apparire. Lo ammetto: non sono perfetto. -_^

5)       A questo proposito, vi segnalo che nelle scene del ricevimento ci sono anche se non nominati, pure Warren K. Worthington III, ovvero Arcangelo e Nathan Summers, alias Cable. Se questa storia fosse stata disegnata, ve ne sareste accorti da soli.

6)       Che dietro al rapimento di Kelly ed alla sua sostituzione con Copycat ci fosse Sebastian Shaw forse l’avevate già capito nello scorso episodio, se non ce l’avevate fatta, niente di male. -_^

Nel prossimo episodio: come può Devil, sia pure con l’aiuto della Pantera Nera e di Wolverine, riuscire a battere Bastion o Nimrod che dir si voglia? Qual è l’ultima risorsa di Mr. Bixby? La risposta a queste domande ed altre, spero, intriganti sorprese nella sesta parte di questa saga.

 

 

Carlo

           



[1] È accaduto tanto tempo fa in Uncanny X-Men #58/60 (Capitan America, Corno, #61/63).

[2] Eugene "Flash" Thompson, storico comprimario dell'Uomo Ragno, fu arrestato In Amazing Spider Man Vol 1° #274 (Uomo Ragno, Star #70) e Sharon Banks assunse la sua difesa da Amazing Spider Man Vol 1° #278 sino al #289 (Uomo Ragno, Star #72/82).

[3] In Hulk MIT #7/10

[4] Com’è possibile vedere in Hulk #7/10

[5] Accadde in (Uncanny) X-Men  #46 (Capitan America (Corno #47).

[6] Sharon Kelly è stata uccisa da un amalgama di Nimrod, e della Sentinella Primaria Master Mold  in Uncanny X-Men #247 (Gli Incredibili X Men, Star, #39 bis).

[7] Devo davvero spiegarvi il senso della battuta? -_^